Qual è la differenza tra un biostimolante e un concime?
Stefano Di Pietro • 11 febbraio 2021
Apparentemente non dovrebbe esserci differenza tra una sostanza concimante e una biostimolante, tuttavia sebbene entrambe sono importanti per la salute e la vita delle piante, presentano delle differenze sostanziali.
La prima, evidente, differenza è la quantità che viene utilizzata: possono bastare una decina di chilogrammi di biostimolanti per nutrire e proteggere anche un intero ettaro di terra, mentre nel caso dei concimi, soprattutto quelli organici, sono necessarie quantità di molto superiori.
La seconda, più sostanziale, differenza è la loro azione sulle piante qualitativamente più complessa di quella dei fertilizzanti tradizionali e merita una maggiore attenzione.
La prima, evidente, differenza è la quantità che viene utilizzata: possono bastare una decina di chilogrammi di biostimolanti per nutrire e proteggere anche un intero ettaro di terra, mentre nel caso dei concimi, soprattutto quelli organici, sono necessarie quantità di molto superiori.
La seconda, più sostanziale, differenza è la loro azione sulle piante qualitativamente più complessa di quella dei fertilizzanti tradizionali e merita una maggiore attenzione.
Cosa fanno i biostimolanti a differenza dei concimi
I concimi hanno un ruolo estremamente importante nella coltivazione poiché permettono di ripristinare le sostanze che le piante utilizzano come nutrienti, ma è anche un compito molto semplice. Spesso non è nemmeno necessario dosare la quantità di concimi organici poiché è il terreno stesso che li assorbe e sintetizza grazie alla presenza di microrganismi e alla sua permeabilità.
I biostimolanti hanno invece un effetto diretto e sostanziale sull’intero metabolismo della pianta, fornendogli tutto il necessario per attivare rapidamente le risposte immunitarie in caso di minacce o migliorare la resistenza passiva a stress, temperature rigide o siccità. Si tratta, per fare un semplice paragone, di veri e propri integratori che ottimizzano l’assorbimento di nutrienti e possono anche favorire la crescita. Il tutto in modo naturale e senza nessun rischio per le coltivazioni, a patto di rispettare fedelmente i dosaggi e le indicazioni degli esperti.
I biostimolanti hanno invece un effetto diretto e sostanziale sull’intero metabolismo della pianta, fornendogli tutto il necessario per attivare rapidamente le risposte immunitarie in caso di minacce o migliorare la resistenza passiva a stress, temperature rigide o siccità. Si tratta, per fare un semplice paragone, di veri e propri integratori che ottimizzano l’assorbimento di nutrienti e possono anche favorire la crescita. Il tutto in modo naturale e senza nessun rischio per le coltivazioni, a patto di rispettare fedelmente i dosaggi e le indicazioni degli esperti.
Quali sono i biostimolanti più comuni?
L’utilizzo di biostimolanti non è una novità dei tempi moderni, bensì una pratica conosciuta a praticata anche nell’antichità. Esistono infatti testimonianze dell’utilizzo di estratti a base di alghe nelle popolazioni pre-andine peruviane e cilene, mentre lo storico romano Lucio Columella ha lasciato prove chiare dei suoi metodi agricoli.
Gli studi degli ultimi decenni sono servizi soltanto a confermare quello che agricoltori esperti hanno sempre saputo: le alghe hanno tantissime proprietà benefiche e si prestano per l’utilizzo praticamente con qualunque coltivazione.
Il successo di queste sostanze ed i loro tanti innegabili vantaggi ha portato a tantissimi studi e alla creazione di prodotti specifici per ogni situazione, preparati semplicemente controllando l’essiccatura e la fermentazione dei principi attivi.
Gli studi degli ultimi decenni sono servizi soltanto a confermare quello che agricoltori esperti hanno sempre saputo: le alghe hanno tantissime proprietà benefiche e si prestano per l’utilizzo praticamente con qualunque coltivazione.
Il successo di queste sostanze ed i loro tanti innegabili vantaggi ha portato a tantissimi studi e alla creazione di prodotti specifici per ogni situazione, preparati semplicemente controllando l’essiccatura e la fermentazione dei principi attivi.

La shelf-life, ovvero il periodo di conservazione dopo la raccolta , è un fattore fondamentale per la qualità e il valore commerciale di frutta, verdura e fiori. Fortunatamente, esistono diverse strategie che, applicate già durante la coltivazione, possono aumentare significativamente la shelf-life dei vostri prodotti, riducendo le perdite e garantendo un raccolto fresco e appetibile per un periodo più lungo.

L'adozione di pratiche di concimazione mirata e l'utilizzo di prodotti di precisione non solo portano benefici ambientali, ma anche vantaggi economici per chi lavora la terra La riduzione degli input di fertilizzanti non solo preserva la salute del suolo e dell'ecosistema circostante, ma aiuta anche a contenere i costi di produzione.

Integrare i prodotti biologici e di origine vegetale nella vita quotidiana è più accessibile che mai. I mercati a chilometro zero, i negozi specializzati e persino i supermercati tradizionali offrono una vasta gamma di opzioni che consentono a chiunque di abbracciare uno stile di vita più sano e sostenibile.