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I tipi di resistenze naturali delle piante

Stefano Di Pietro • 2 febbraio 2021
Anni di studi e ricerche hanno dimostrato che le piante sono tutto fuorché inermi di fronte alle minacce dell’ambiente e, in secoli di evoluzione, hanno sviluppato strategie ottimali per difendersi. La scoperta di queste difese innate ha portato a una conseguente innovazione nelle coltivazioni a ogni livello: invece di somministrare farmaci e sostanze chimiche è iniziata la diffusione di trattamenti che fortificano e ottimizzano le risposte immunitarie esistenti.
Le principali strategie di difesa scoperte sono 3:
  • la resistenza passiva;
  • la resistenza indotta localizzata;
  • la resistenza sistemica acquisita.

La resistenza passiva delle piante

La resistenza passiva è la difesa più semplice che l’evoluzione ha sviluppato nelle piante: si tratta di soluzioni costantemente attive e quindi disponibili in ogni situazione. Un esempio è la cera che ricopre le foglie di alcune piante o la presenza di resina, che danno una forma di protezione o intervengono automaticamente in caso di ferite, parassiti e agenti patogeni.

La resistenza indotta localizzata

Quando la resistenza passiva non riesce a difendere la piante da minacce esterne la presenza di fitopatogeni e microrganismi attiva automaticamente la difese immunitarie. Queste possono assumere diverse forme in base al tipo di pianta e alla minaccia in corso.
Una reazione tipica è quella di rallentare il processo patogenetico con la produzione di proteine specifiche dall’effetto antimicrobico. La produzione di lignina invece punta a fortificare le difese passive e quindi a impedire il dilagare della minaccia.
Quando il sistema immunitario della pianta non è abbastanza rapido per attivare una risposta in tempo utile esistono altre strategie come l’autodistruzione delle cellule: per ridurre le possibilità di propagazione di un patogeno le cellule vicine all’infezione si autodistruggono mettendo in atto una vera e propria strategia di “terra bruciata”.

La resistenza sistemica acquisita

La resistenza sistemica acquisita (SAR), un meccanismo dimostrato nei primi anni ‘90, permette alle piante di sviluppare strategie di reazione specifiche alla presenza di patogeni, parassiti e microrganismi. Il rilascio di sostanze permette infatti di mettere in stato di allarme tutta la pianta e preparare, in modo più tempestivo, una risposta immunitaria completa, ancor prima di una maggiore diffusione della minaccia.
Sebbene ogni pianta abbia i suoi tempi di reazione agli stimoli la resistenza sistemica acquisita può essere tuttavia allenata: attraverso l’attenta somministrazione di biostimolanti è infatti possibile rinforzare il sistema immunitario di piante e alberi, in un modo molto simile a quello dei vaccini. Si tratta inoltre di una pratica sicura e senza rischi, soprattutto quando affidata alla supervisione di esperti.
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